
Intervista
Sette domande a ARW a cura di LISt Lab
Questa intervista è parte del volume di “Architectural Research Workshop – Architetture e progetti”
Edito da LISt Lab.
1.
LISt Lab
La vostra scelta di lavorare a Brescia, lungo la grande metropoli-megalopoli padana, ha una qualche influenza sulle vostre scelte di progetto? Che rapporto avete con la vostra città ed il contesto in cui vivete?
ARW
L’appartenenza influenza lo stile di vita ed un modo di guardare la realtà che consente una dimensione ancora direttamente relazionale può modificare in positivo la capacità di guardare al progetto. potremmo considerarci “glocal”, lavoriamo localmente confrontandoci con un orizzonte internazionale nel quale viaggiamo costantemente.
2.
LISt Lab
Quali sono stati i riferimenti costanti del vostro lavoro e del vostro universo visuale e formale? La vostra cultura di progettisti contemporanei risente più della tradizione ripensata o di scelte oltre e altre?
ARW
A prescindere dalla formazione diversa conseguita per entrambi dopo il Politecnico di Milano, uno sul versante italiano e l’altro francese, esiste un comune interesse verso la ricerca sviluppata negli ultimi 30 anni nella penisola iberica in relazione all’attenzione per il paesaggio interpretato in chiave contemporanea, ad una tendenza alla sintesi, alla necessità di un’architettura che sia al tempo stesso intensa, sensuale e materica.
3.
LISt Lab
Oggi la crisi ha selezionato valori, idee, temi e modelli. Come vi collocate nello scenario della produzione italiana del progetto e in quello internazionale?
ARW
La nostra ricerca trova nel panorama italiano alcune affinità, nel senso che pur guardando alla produzione europea più sperimentale la declina con una specificità italiana non tradizionalista. Questo significa che crediamo sia classica senza classicismi, assertiva, radicata ai luoghi, sperimentale senza esibizionismi formali.

4.
LISt Lab
C’è un altro dato interessante del vostro lavoro che a noi piace e per il quale da sempre sosteniamo una “battaglia”culturale: la coerenza tra architettura e processo interno. Spesso nel prevalere dell’uno sull’altro si perdono elementi preziosi per una qualità e unitarietà significativa. A cosa dovete questo processo coerente e come lo raggiungete?
ARW
L’architettura è un processo che integra luogo, volume, spazio, costruzione, materia e luce. Questi fattori sono intrinsecamente integrati e quindi inscindibili. lo sforzo del progetto è strettamente connesso a questa capacità di renderli significativi.
5.
LISt Lab
Se doveste fare una scelta tra le vostre architetture, quali sono quelle che più vi rappresentano?
ARW
Nell’ultima opera costruita, un piccolo intervento residenziale sul lago d’Iseo, convergono le nostre linee di ricerca precedenti, ci riferiamo alla Alps Villa ed al progetto per il centro tecnico di Rixheim.
Questa casa, per esempio, che per la forma a chela claw house, si potrebbe definire un manifesto poetico e programmatico per l’attenzione al paesaggio che diviene materiale strutturante la forma, dove la caratterizzazione volumetrica trova un principio di complessità formale generato dalle relazioni con i luoghi cui si rapporta. Così la costruzione ibrida sistemi industrializzati avanzati ed artigianali, che definiscono il carattere dell’edificio tra archeticipità dell’impianto e contemporaneità del linguaggio adottato.

6.
LISt Lab
Un architetto contemporaneo che ammirate molto? Perchè?
ARW
Per la sintesi tra invenzione, capacità di cogliere il concetto fondativo di ogni progetto e restituzione di un’elaborazione originale coerente nei presupposti ma sempre diversa, Herzog de Meuron rappresentano certamente un riferimento metodologico importante.
7.
LISt Lab
In tre parole finali ARW e il vostro studio nei prossimi dieci anni: come vi vedete?
ARW
Tre parole:
1. Europa (abbiamo una sede a Parigi con un socio spagnolo, l’architetto Francisco Mangado) con Milano che ne è la succursale italiana;
2. Sperimentazione, intesa come fare di ogni progetto un’occasione di reale ricerca;
3. Cambio dimensionale. La professione richiederà una strutturazione per gruppi sempre più articolati e correlati. La sfida dovrà essere quella di crescere aumentando la complessità dei processi ma sempre ricercando un’architettura dotata di senso e poeticità senza mai confondere i fini con i mezzi.